Corso marketing strategico e web marketing internazionale

La Camera di Commercio di Treviso – Belluno propone un percorso formativo sui temi del MARKETING STRATEGICO e WEB MARKETING INTERNAZIONALE allo scopo di fornire le competenze necessarie per pianificare programmi di sviluppo internazionale della propria impresa.
Il percorso formativo si terrà in presenza presso la sede camerale di Treviso ed è articolato in tre incontri riguardanti sia il marketing strategico che il web marketing internazionale.

Quale alternativa al percorso completo, è previsto anche un incontro, sempre in presenza, presso la sede di Belluno, in cui saranno affrontati gli stessi temi del web marketing ma in modo più sintetico.

I corsi sono rivolti alle imprese del commercio, industria, artigianato e agricoltura, e prevedono la possibilità di iscriversi separatamente a Treviso o a Belluno.

Calendario
Treviso (Sala Conferenze) ore 10.00/17.00
Mercoledì, 5 giugno 2024 – Marketing Strategico internazionale
Mercoledì, 12 giugno 2024 – Web Marketing internazionale        
Mercoledì, 19 giugno 2024 – Web Marketing internazionale
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Belluno (Sala Luciani) ore 10.00/17.00
Giovedì, 4 luglio 2024 – Web Marketing internazionale
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Il marketing strategico e il web marketing possono contribuire allo sviluppo del marketing sostenibile, ovvero quell’approccio che punta alla promozione di prodotti e di servizi a impatto ambientale e sociale ridotto. 

Strategia Nazionale per l’economia circolare e Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti

Sul sito web del Ministero della Transizione Ecologica (MITE) è stato pubblicato il D.M. 24 giugno 2022, n. 259 che approva la Strategia Nazionale per l’economia circolare, in attuazione della Riforma 1.1, della Missione 2, Componente 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il documento programmatico individua le azionigli obiettivi e le misure da perseguire nella definizione delle politiche istituzionali necessarie per una transizione concreta verso un’economia di tipo circolare, così da agire, ad esempio, sull’adozione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per gli acquisti verdi nella Pubblica Amministrazione, sui criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), sulla responsabilità estesa del produttore e sul ruolo del consumatore. 

Vengono inoltre pianificate una serie di azioni e di target misurabili per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica da qui al 2035.
Strategia Nazionale per l’economia circolare

E’ stato inoltre pubblicato il D.M. 24 giugno 2022, n. 257 che approva il Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti, in attuazione di quanto previsto dall’art. 198-bis del D.Lgs. n. 152/2006 e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Riforma 1.2, della Missione 2, Componente 1 del PNRR).

Il Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti ha una valenza di 6 anni (2022-2028) e definisce gli obiettivi ed i criteri a cui dovranno fare riferimento le Regioni per la revisione e definizione dei propri Piani di gestione rifiuti, in particolar per quanto concerne l’assetto impiantistico regionale.

Programma Nazione per la gestione dei rifiuti

Consultazione pubblica sulla strategia nazionale per l’economia circolare (scadenza 30.11.2021)


La profonda mutazione del contesto di riferimento ha reso necessario rivedere le linee programmatiche approvate dal Ministero dell’Ambiente nel 2017 (documento “Verso un modello di economia circolare per l’Italia. Documento di inquadramento e di posizionamento strategico”), in base alle nuove sfide globali.

Inoltre il Piano nazionale di ripresa e resilienza, in corrispondenza della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, Componente 1 “Economia circolare ed agricoltura sostenibile” prevede la pubblicazione di un documento strategico sull’economia circolare.

Tenuto conto di quanto premesso, il Ministero della Transizione ecologica ha quindi pubblicato la nuova “Strategia nazionale per l’economia circolare”, elaborata con il supporto di ISPRA e il contributo di ENEA, con l’obiettivo di definire i nuovi strumenti amministrativi e fiscali per potenziare il mercato delle materie prime seconde, la responsabilità estesa del produttore e del consumatore, la diffusione di pratiche di condivisione e di ‘prodotto come servizio’, supportare il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, definire una roadmap di azioni e di target misurabili di qui al 2040 e con un focus sui settori strategici (costruzioni, tessile, plastiche, RAEE).

La nuova Strategia si articolerà in alcune di aree di intervento, riconducibili principalmente a:

  • eco-progettazione,
  • bioeconomia,
  • blue economy e
  • materie prime critiche

e comprenderà misure specifiche riguardanti:

  • tracciabilità dei rifiuti,
  • strumenti fiscali di supporto al riciclo e disincentivo alla discarica,
  • diritto al riuso e alla riparazione,
  • riforma dei Consorzi,
  • legislazione End of Waste,
  • Green Public Procurement (GPP)e
  • simbiosi industriale.

Il documento è aperto alla consultazione pubblica e fino al 30/11/2021 sarà possibile inviare i propri contributi all’indirizzo SEC-MITE@mite.gov.it

Sì, la sostenibilità può essere una strategia

Nell’indagine del 2019 dal titolo “Sostenibilità aziendale: una strategia?”, i ricercatori George Serafeim (della Harvard Business School ) e Ioannis Ioannou (della London Business School) hanno evidenziato che, un numero crescente di aziende in tutto il mondo ha adottato e implementato volontariamente un’ampia gamma di pratiche di sostenibilità. Questo sensibile incremento ha portato i ricercatori ad interrogarsi in merito alla natura della sostenibilità e le sue implicazioni a lungo termine per le organizzazioni: l’adozione delle pratiche di sostenibilità è una forma di differenziazione strategica che può portare a prestazioni finanziarie superiori o una necessità strategica che può garantire la sopravvivenza aziendale ma non necessariamente una sovraperformance?

La ricerca utilizza i dati forniti dal gruppo londinese MSCI, il più grande fornitore di dati ESG (environmental, social and governance) nel mondo, per il periodo 2012-2017. Dall’analisi di un campione di circa 3.802 aziende è quindi emerso che, nella maggior parte dei settori, le pratiche di sostenibilità sono convergenti nel tempo. Tale constatazione implica che, in media, le aziende hanno adottato un insieme sempre più simile di pratiche di sostenibilità durante il periodo campione, aumentando la possibilità che stiano diventando pratiche comuni e, in quanto tali, hanno meno probabilità di fungere da differenziatore strategico e più probabilità di essere una necessità strategica. Vengono inoltre esplorate le determinanti della variazione inter-industriale scoprendo che uno dei fattori più importanti associati a un più alto livello di convergenza è dovuto all’adozione di pratiche di sostenibilità da parte del leader del settore all’inizio del periodo campione.

In relazione a ciò, emerge inoltre che c’è una maggiore convergenza nelle industrie in cui le questioni ambientali e sociali sono dominanti, piuttosto che le questioni di governance.

I risultati suggeriscono che la sostenibilità può essere sia una necessità che una differenziazione. Alcune attività di sostenibilità stanno semplicemente diventando “best practice” e quindi sono una necessità. Ma i dati suggeriscono che alcune aziende stanno creando un reale vantaggio strategico adottando misure di sostenibilità che i loro concorrenti non possono facilmente eguagliare.

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